varie ed eventuali

Ottobre, novembre

Normalmente non amo il freddo. Sono sempre stata uno strano animale estivo, uno di quelli che dai tre anni in poi rifioriva col sole e col mare, lasciandosi alle spalle inverni di influenze ed incomprensibili malanni assortiti. L’estate è, insomma, sempre stata per me una piacevole infusione di vita, mentre l’inverno un cruccio continuo.

Ma la fine dell’università ha la capacità di cambiare tempi e percezioni, specie quando il cambiamento climatico fa il resto. Da un lato le ferie contate e le corse forsennate a finalizzare prenotazioni last minute; dall’altro i temporali e il freddo fuori stagione, le giornate umide di pioggia e caldo e la ricerca spasmodica di uno sprazzo di sole su un fazzoletto di sabbia su cui passare l’intera giornata per giustificare – almeno – i chilometri fatti e il costo della benzina che è servita ad arrivarci.

E allora, anche se sono nata marina, di recente ho imparato ad apprezzare la solitudine della montagna, i suoi paesaggi, la sua aria pungente. La fatica, quella no, ancora non la riesco a giustificare, ma ci sto lavorando.
Un passo per volta, abbiate pazienza.
Sto imparando ad apprezzare l’inverno, gli abiti pesanti, la ricerca del calore, il tè caldo e la mia copertina di pile con le maniche a cui quasi mi verrebbe di dare un nome, tanto familiare è diventata.

Settembre continua ad essere per me il mese del declino, del ritorno alle abitudini di sempre, ai doveri, alla lenta ripresa della routine. Ottobre no, ottobre è il mese del cielo terso, dei colori sugli alberi, del cambio di stagione e di cibi da mettere in tavola. Cambia l’ora, torna quella solare. Molti ne soffrono, ma io no: perché più di ogni altra cosa quel buio pomeridiano prematuro che mi costringe a camminare fra le luci dei lampioni e dei negozi una volta uscita dall’ufficio, quel buio mi piace. I sampietrini si fanno lucidi, dei piccoli specchi grigi che riflettono il giallo delle lampade e le ombre delle persone strette nei cappotti e nelle sciarpe. Le chiese iniziano le loro messe serali mentre fuori sembra notte, e le librerie e i bar sono caldi luoghi di ritrovo per gente senza troppa voglia di tornare a casa.

I negozi con le vetrine colorate mi ricordano il Natale, me lo fanno più vicino. È novembre che fa da ponte fra la magia dell’autunno e quella dell’inverno, fra la routine del lavoro e la corsa al regalo più bello. Vedo già i mercatini d’oltralpe tra l’odore dell’Apfelpunsch e del Glühwein, da bere nelle tazze in quello strano comodato d’uso, che se le paghi un paio d’euro te le puoi anche portare a casa. Vedo un Capodanno con gli amici a fare la brace e girare per Ferrara alla ricerca di una cioccolata calda. Ne vedo un altro, in un paese più piccino, in una casa con una cucina piccola e un camino caldo, e vedo un amico che soffia nel fuoco mentre noialtri si fa la spola per portare in tavola la polenta appena poggiata negli scifi.

Vedo l’inverno, e quest’anno, per la prima volta, non mi dispiace poi così tanto.

***

“Le mie giornate preferite sono quelle estive. Dei primi di luglio, magari. Quelle calde, che se vai al mare verso mezzogiorno la spiaggia è piena, ma non come ad agosto, e se guardi il mare lo vedi che brilla, ha la superficie che trema di luce”.

“Le mie invece sono quelle invernali, fredde. Sai quelle secche, ma col cielo terso, che se vai in montagna e guardi lontano riesci a distinguere tutto quello che appare all’orizzonte? Ecco, quelle lì”.

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16 pensieri su “Ottobre, novembre”

  1. A prescindere dal fatto con non vivrei mai un’unica stagione, anche se potessi, sono d’indole autunnale… però la copertina con le maniche ce la devi far vedere

    1. Bella, è lunga il doppio di me ed è color salmone. Insieme alla borsa dell’acqua calda a forma di giraffa è la mia migliore amica nelle sere invernali…
      p.s. nemmeno io vivrei mai in una sola stagione, ma stranamente non sento nostalgia delle ultime estati..sarà stato il clima instabile o le ferie annunciate una settimana prima, non so :D

  2. Mi ritrovo in queste parole. Anche io sono cresciuto sul mare (proprio sull’acqua, eh) e apprezzo tantissimo l’estate. Con gli anni però ho imparato ad amare anche – e molto – la montagna e le stagioni più fredde.

  3. è proprio una bella descrizione, c’è molta trasposizione nel quadro dipinto delle emozioni che provi.
    A me tendenzialmente piace il caldo, ma la tranquillità (e a volte anche la solitudine) della montagna non ha prezzo.
    In compenso mi piacciono le giornate lunghe e quindi, benchè il quadro da te descritto sia molto bello, preferisco prendere lo spritz che è ancora giorno!

    1. Beh, lo spritz con la luce ha tutt’altro fascino! Ricordo ancora quando all’università frequentavo a settembre dei corsi di aggiornamento in linguistica, a Udine: lo spritz sotto ai portici, con l’aria che iniziava a farsi più fresca e qualche ragazzo fresco di laurea che veniva costretto dagli amici a vagare per la città in parrucca bionda e pannolone (giuro!), aveva un suo perché :)

    1. Io ho freddo anche sotto otto strati di lana, su questo non cambierò mai. Anche io “sentimentalmente” preferisco l’estate, ma delle ultime – umidicce e novembrine – non sento davvero la mancanza :)

  4. Più che dalle stagioni, il mio umore è influenzato dal cambio tra ora legale e solare. Quest’ultima mi distrugge! Aspetto con ansia la primavera e il ritorno dei colori caldi. Che poi in realtà, la difficoltà sta nell’arrivare a Natale. Da lì in poi inizia la discesa! ;)

    1. Veramente? Pensa che a me dà molto più fastidio uscire di casa la mattina con il buio: mi sembra di essermi alzata in piena notte. Certo che con i tuoi orari in effetti la differenza non dev’essere poi tanta… :(

  5. Tu parli di settembre come mese del declino, per me invece è il mese della “rinascita”, se così si può definire. Lasciarsi alle spalle l’ozio, rimettersi in gioco, fare nuovi progetti per i prossimi mesi, ecc. E poi in autunno e inverno mi sento più a mio agio, preferisco congelare uscendo a correre i primi di gennaio che squagliarmi in spiaggia sotto il sole di ferragosto :D

    1. Per me settembre è la tragedia della routine lavorativa che torna dopo il meritato riposo (e che lo fa – bastarda – quando fa ancora caldo e si potrebbe andare al mare, per di più con le spiagge semivuote e senza il caldo asfissiante di agosto). E poi non so, lo associo ai telefoni che ricominciano a squillare negli uffici, alle scuole che riaprono, agli esami universitari che incombono…tutto di colpo, senza un graduale riavvicinamento alle attività consuete. Insomma: settembre mi mette ansia :D

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