varie ed eventuali

L’anno (meraviglioso?) che verrà

Lo vorrei dire anch’io all’algoritmo di Facebook, che il 2014 non è stato per niente un anno “meraviglioso”. E che non ho nessuna intenzione di metterlo in immagini, soprattutto.
Il mio 2014 non ha avuto proprio niente di “meraviglioso”: è stato un anno nella media, un concentrato di eventi buoni e cattivi, esattamente come tutti gli anni.

Ci sono stati la stanchezza da pendolarismo, la mancanza di riposo, i mille impegni da incastrare, la sensazione di essere sempre al posto sbagliato al momento sbagliato.
Ma ci sono stati anche i nuovi progetti: alcuni realizzati, altri in corso, altri ancora solo nell’aria. C’è stata la gioia di farne parte, l’ambizione di continuare, la speranza di vederli trasformarsi ancora.

Ci sono stati la frustrazione, il senso di inadeguatezza e a volte persino il disgusto, ma anche attestati di stima e di fiducia che contano più di qualsiasi falla o rimprovero.

Ho lasciato da parte il blog e non ho mai iniziato quel corso di francese che progettavo a gennaio scorso. Ma ho letto tanto, ricominciato a studiare, osservato e messo da parte spunti che so che presto mi torneranno utili.

Ho perso degli amici, ne ho trovati altri. So, oggi, che le persone che contano mi saranno accanto oltre il tempo e lo spazio, anche quando il tempo e lo spazio fanno un male boia. E delle altre mi importa poco.

Ho scritto tanto, di tutto. Ho visto spettacoli, mostre, concerti. Alcuni strepitosi, come quello di Keith Jarrett, in un silenzio irreale coperto solo dal suono del pianoforte e dagli insulti al pubblico di quel meraviglioso pazzo. Ho riscoperto Pasolini con Gifuni e Jack London con Paolini.

Ho avuto spesso la sensazione di vivere in un pantano, in una melma fitta e densa. Ho vissuto un anno dentro certe sabbie mobili che mi impedivano ogni movimento e rendevano pesante ogni passo. Quelle che di tanto in tanto ti inghiottono, giusto per farti capire che la tua volontà sì, conta, ma fino a un certo punto. Mi succede ancora, però quando il pantano mi inghiotte non ho troppa voglia di farmi compatire. Probabilmente è per questo che non sarò mai una scrittrice di successo.

L’anno che sta per finire è stato un anno nella media, con alti e bassi. Non è stato un anno speciale, però è stato l’inizio di qualcosa.

Di tanto in tanto dalle sabbie mobili sono emersa per respirare e ho visto la luce del sole. Ho capito che c’è, che è bella, che riscalda.
Mi sono fatta una risata e ho pensato che dovrei proprio costruire una barchetta per navigare sul fango e mettermi in bikini a prendere un po’ di quel sole.

Il 2014  rappresenta ancora la stasi. Per il 2015 voglio la rivoluzione.

Buon anno a voi e ai vostri sogni.

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17 pensieri su “L’anno (meraviglioso?) che verrà”

    1. Eh sì, è da un po’ che lavora sui testi di Pasolini. Io ho visto a teatro sia “‘na specie de cadavere lunghissimo” che la lettura di “ragazzi di vita”. Su web trovi diverse interviste, in libreria invece c’è questo (comprende anche un lavoro su Gadda): http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/540. Recupera, recupera :)
      Grazie per gli auguri rivoluzionari (anche se già cambiare una o due cose mi sarebbe sufficiente!) e buon anno anche a te!

  1. Davvero mi dai tanto coraggio ! Speriamo sia un bellissimo anno, anche io ho vissuto un anno molto statico, ho subito una battuta d’arresto, quindi anche per me la parola d’ordine per l’anno nuovo sarà: Rivoluzione! Auguri!

      1. Mettete dei fiori nei vostri “kalashnikov” (scusa, ma visto quello che è successo stamattina nella sede del giornale Charlie Hebdo a Parigi ho pensato di aggiornare la famosa canzone).

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