Triste. Impossibile definire diversamente la lettrice seduta sul trenino diretto a Piazzale Flaminio, avviluppata su se stessa come se contenesse in sé tutto il dolore del mondo. Gli angoli delle bocca piegati verso il basso, uno sguardo profondo e corrucciato, la tapina legge, giocherellando con il segnalibro che arrotola tra le dita. All’improvviso, la signora in piedi accanto a lei la urta involontariamente. La ragazza si stizzisce e si tira su di scatto: sbuffa e salta sul sedile di fronte, rimasto vuoto, poi torna ad immergersi nella sua malinconia.
Non nota, l’angosciata fanciulla, che proprio accanto a lei un’altra signora – in modo decisamente meno involontario – sta facendo uso di uno strano aggeggio per curare nel profondo l’igiene delle sue unghie, lasciandone cadere i rimasugli in una bustina adatta all’uopo. La ragazza sembra non farci caso e tossisce sconsolata il suo dolore e i residui della sua influenza. Il…
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