Attualità

Tra femminismo e grammelot

Io lo so che questo blog rischia di diventare un grande contenitore di necrologi, ma non è colpa mia. E’ questo maledetto 2013 che ci sta portando via tutto il buono del mondo: la Montalcini, la Melato, Jannacci, Don Gallo, e adesso Franca Rame.

Sì, tutto il buono del mondo, a quanto pare è intorno all’ottantina. E a quanto pare, anche se qualche volta l’avevo pensato – o sperato – purtroppo non è immortale. Questo è per lei.

Franca Rame era di poco più piccola di mia nonna.

Mentre mia nonna tirava su tre figli lavorando come portiera e badando che le tre pesti andassero a scuola e in chiesa tutte le domeniche, lei ne tirava su uno e insieme a suo marito faceva spettacoli per le operaie nelle fabbriche.

Mentre mia nonna votava DC, lei si dichiarava comunista.

Mentre mia nonna teneva lungo l’orlo della gonna urlando allo scandalo! di fronte all’imbarbarimento dei costumi delle sue coetanee e delle nuove generazioni, Franca Rame si scopriva seno e gambe e metteva su Tutta casa, letto e chiesa, dove parlava apertamente di libertà sessuale, attirandosi contro anche l’indignazione di quella stessa sinistra che oggi sventola il suo nome come una bandiera.

Mentre mia nonna badava a mio nonno malato, lei affinava i testi per Dario Fo, l’uomo a cui è stata accanto per tutti questi anni, con cui ha condiviso tutto – lavoro, affetto, passioni – e che è stato il grande amore della sua vita. Lui sul palco, lei a casa a scrivere: questi i suoi ultimi anni.

Mentre mia nonna seguiva i talk show, lei era Senatrice. Schifata dalla corruzione, ligia al dovere, amante dello Stato.

Mentre mia nonna è stata il prototipo della donna morigerata anni ’50, Franca Rame è stata un’outsider. Sempre e comunque.

Tra i tanti che oggi l’hanno ricordata – sui social, sui giornali, in tv – sono sicura che solo qualcuno ha letto per intero i suoi monologhi. Solo qualcuno l’ha vista interpretare il dolore di Maria sotto la croce in Mistero Buffo, e solo qualcuno – probabilmente – sa cos’è il grammelot (chissà, magari qualcuno azzardando una risposta potrebbe avvicinarlo alla supercazzola: giammai! Altra cosa, altro stile!).

La maggior parte ha preferito ricordare lo stupro che ha subito nel ’73 dopo Morte accidentale di un anarchico, elogiando la sua successiva reazione. In tempi di femminicidio, si sa, ogni scusa è buona per cavalcare l’onda della moda mediatica del momento. Anche quando non c’è niente da cavalcare.

Franca Rame non era solo un’attrice bravissima. Aveva anche una bellezza straordinaria. Non la bellezza prepotente e un po’ volgare di Sofia Loren, o quella algida ed eterea di Virna Lisi. Era più simile a quella di Monica Vitti: quella bellezza sconvolgente e sensuale delle donne ironiche, quella capacità di ridere di sé e incantare con un sorriso, quel misto di passione e intelligenza sfrontata che non trovi nel reparto trucchi delle profumerie.

Per questo, se ci penso,  mi fanno un po’ tristezza quelle ragazze tutte shorts e push-up che considerano “emancipazione” la libertà di parlare apertamente e a voce alta in metro o sui social network delle loro prodezze sessuali. Vorrei che quelle ragazze avessero conosciuto Franca Rame, vorrei che la conoscessero tramite i professori, vorrei – per riprendere il pensiero che fu di Umberto Eco sui Promessi Sposiche leggessero di nascosto i suoi monologhi durante le lezioni. Vorrei che ci imparassero l’italiano .

Vorrei che scoprissero che 84 anni fa una coetanea delle loro nonne saliva sul palcoscenico e aiutava le donne a trovare la voce che – per colpa di qualche uomo – si erano convinte di non possedere. O di non meritare.

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12 pensieri su “Tra femminismo e grammelot”

  1. Sarà che ho letto un paio di settimane fa il libro intervista a Dario Fo (“Il mondo secondo Fo”) e ho un ricordo vivo dei racconti della sia vita…
    Sarà anche periodo di necrologi ma il tuo ricordo è uno dei meno banali.

    1. Non riesco a pensare a una donna giovane e famosa che abbia anche solo un 10% del suo carisma e della sua forza. Più mi sforzo, più non la trovo, più mi intristisco. Suggerimenti?

      1. Ah, beh, sai… Non è certo un problema di genere! Trovare oggi personaggi che siano veramente tali come lo erano molti di una volta, soprattutto dalle nostre parti, è veramente impresa ardua… Soprattutto per quali siano, oggi, i modelli di riferimento che vengono imposti!
        Suggerimenti… Ci penso, ok? Poi tra 5 o 6 anni ti dico. :)

  2. il grammelot è una forma di teatro di una bellezza indicibile. durante i miei corsi, quando mi capita di utilizzarlo, racconto di come lo usavano dario fo e franca rame, quasi nessuno lo conosce, quasi tutti i partecipanti una volta che ci si immergono ne scoprono la medesima bellezza.
    questo post non è un necrologio, è una storia di dignità, volontà ed amore.
    (e come già ti scrivevo nel commento al mio post, piacere di averti scoperto ricambiato!)

    1. Ho fatto dei corsi di teatro comico, ma mai di grammelot. Mi piacerebbe molto imparare quella tecnica, che dice tutto senza dire davvero niente. Fai molto bene a insegnarla ai tuoi studenti: è uno strumento prezioso per la fantasia e la parola :)

  3. Ammetto di conoscere ben poco della vita di Franca Rame, devo dire che mi hai fatto venire voglia di saperne di più.
    Concordo sul fatto che questo post non è un necrologio, come a mio avviso non lo era quello su don Gallo: entrambi sono carichi di vita, fanno sentire vive e presenti le persone di cui si parla e il patrimonio che hanno lasciato, non sono malinconici saluti a chi non c’è più.

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